Lo sancisce la Corte di Cassazione con la sentenza della terza sezione n. 27112 emessa lo scorso 16 ottobre.

La vicenda ha origine dopo il decesso di una donna causato da uno shock emorragico all’esito di una angiotac effettuata dalla paziente. In seguito all'evento i familiari della donna avevano citato in causa l’Azienda sanitaria per chiedere il risarcimento dei danni sofferti. A fronte della pronuncia di primo grado del Tribunale di Udine che aveva rigettato la suddetta richiesta risarcitoria, gli stessi familiari avevano proposto appello dinanzi alla Corte d’Appello di Trieste e, di fronte ad una nuova sentenza di rigetto delle loro pretese risarcitorie, avevano proposto ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione presentando cinque motivi di ricorso....

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