“Voglio ringraziarvi uno per uno. Ruolo e funzione del medico essenziale nella pianificazione, nella progettazione, nella capacità di disegnare la sanità del futuro”.

C'è bisogno che tutto il paese si stringa a coorte, capisca che la sanità è la partita fondamentale e decida insieme di mettere nuove risorse e di investire in una riforma profonda, che credo dovremmo scrivere insieme”.

Così il Ministro della Salute, Roberto Speranza, si è rivolto ai 106 presidenti degli Ordini territoriali, riuniti nel Consiglio nazionale della Fnomceo, la loro Federazione. Un Consiglio nazionale, il primo nella storia a svolgersi per via telematica e il primo dopo l’attenuazione dell’emergenza da Covid-19, che si è aperto questa mattina con un minuto di silenzio, in ricordo di Roberto Stella e tutti i 168 medici che hanno perso la vita nel corso dell’epidemia.

E anche il Ministro Roberto Speranza ha voluto esordire con un ringraziamento ai medici.

“Senza alcuna retorica, voglio ringraziarvi uno per uno per il lavoro straordinario che avete fatto in questi mesi difficilissimi per l'intero paese, per la nostra comunità nazionale – ha affermato il Ministro -; e il mio primo pensiero non può che andare chiaramente a chi ha perso la vita, a quelle donne e uomini che hanno pagato il tributo più alto e ce ne sono stati troppi in generale nel nostro paese, ma tanti - ahimè - anche dentro il vostro Ordine”.

“Credo che oggi dobbiamo essere all'altezza della lezione che questi mesi ci hanno consegnato: una lezione dura, forte, rispetto a cui è evidente però che il nostro paese ha saputo dare una risposta. Ecco, voglio dirlo col massimo dell'umiltà ma credo che le nostre istituzioni repubblicane, a tutti i livelli, in una sintonia anche di lavoro tra istituzioni, professioni, associazioni, abbia risposto a questa sfida tremenda - ha continuato-. Noi siamo stati il primo paese ad essere colpito in Occidente, il primo in assoluto dopo la Cina. Non avevamo un modello, abbiamo dovuto costruirlo giorno dopo giorno. Alla fine, credo che possiamo dire che le istituzioni repubblicane abbiano retto e se questo è avvenuto è anche grazie a voi, grazie al lavoro straordinario dei medici del nostro paese. Quindi, veramente senza retorica credo che tutta l'Italia debba riconoscere alla vostra professione di aver fatto davvero tutto il possibile e di aver dato un contributo fondamentale per uscire dalla crisi drammatica in cui siamo piombati. Ora abbiamo la responsabilità più grande: in qualche istante, vorrei provare a ragionare di questo e anche chiedervi con spirito collaborativo un contributo utile, importante perché la sfida del futuro, la sfida di queste settimane che stanno arrivando è quella di trasformare una grande crisi, come quella delle settimane vissute finora, in un'opportunità”.

E allora, occorrono più risorse e più riforme.

Dovremo insistere su questa spinta di avere più risorse, e insieme alle risorse dovremo giocare la partita delle riforme, perché non basta avere più soldi, dobbiamo anche spenderli meglio e dobbiamo leggere l'evoluzione del Servizio sanitario nazionale – ha aggiunto ancora -. E io credo che la prima grande traccia di lavoro sia quella di un nuovo investimento sulla sanità del territorio, io credo che su questo avremo bisogno di sederci, di discutere di ragionare insieme, come già stiamo iniziando a fare, perché il territorio è una chiave vera e per territorio io intendo prossimità, la necessità di dare risposte ai cittadini il più possibile vicino alle loro esigenze. Come ricorderete, su questi temi abbiamo già iniziato ad investire in Legge di bilancio ma dobbiamo insistere: il ruolo e la funzione del medico è una funzione che per me è essenziale, non solo per quello che si fa ogni giorno ma anche nella pianificazione, nella progettazione, nella capacità di disegnare la sanità del futuro”.

 Ecco, io non voglio farla lunga ma penso che il mio messaggio di fondo sia questo: oggi l’Italia, non senza difficoltà, e con tutta la cautela del caso, sta provando a costruire una stagione di ripartenza, dopo le settimane complicatissime che abbiamo vissuto, tra le più drammatiche della nostra esistenza, oggettivamente – ha sottolineato -. E ora guardiamo con fiducia al futuro e dobbiamo farlo nella consapevolezza che oggi tutti i cittadini hanno che il Servizio sanitario nazionale è davvero la cosa più importante che abbiamo”.

 “Dobbiamo mettere più risorse sul Servizio sanitario nazionale, come abbiamo iniziato a fare, ma dobbiamo anche avere il coraggio di ripensarlo, di adeguarlo a questo tempo nuovo e io penso che dovremmo farlo insieme, perché non basta un Governo nazionale, non basta un Ministro, non basta un Presidente di Regione, non basta, diciamo, un piccolo segmento. C'è bisogno che tutto il paese si stringa a coorte, capisca che la sanità è la partita fondamentale e decida insieme di mettere nuove risorse e di investire in una riforma profonda, che credo dovremmo scrivere insieme – ha concluso -. Questo il terreno su cui lavorare, questo significa chiaramente discutere di formazione, discutere di borse di specializzazione, discutere di modello sanitario, del rapporto ospedale – territorio, discutere di come valorizzare le professionalità del servizio sanitario nazionale, significa investire sulla capacità di tenere insieme le diverse professioni, la capacità di intervenire con un multi - livello sulle problematicità che ci sono sul tavolo. Io penso che lo possiamo fare. Ecco, questa è la sfida delle prossime settimane e sono convinto che, insieme, con quella capacità di dialogo, di relazione, che abbiamo saputo costruire in questi mesi sapremo essere all'altezza di questa grande sfida che riguarda tutto il nostro paese”.

“Ringraziamo il Ministro della Salute Roberto Speranza per questo messaggio, che condensa in poche frasi tutto l’impegno, il lavoro, il dialogo di questi mesi e pone le basi per il futuro – ha commentato il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli -. È vero, i medici, gli Ordini sono i custodi dei diritti dei cittadini, e hanno un ruolo forte nell’esercizio e nella tenuta della democrazia, oltre che del Servizio Sanitario nazionale. Siamo contenti che il Ministro ce ne dia atto, valorizzando il contributo che i medici italiani hanno dato per la tenuta stessa delle istituzioni repubblicane e per uscire dalla crisi, e che ancora potranno dare in questo futuro di ricostruzione. Una partita, questa, che non potrà che giocarsi, oltre che con il potenziamento degli ospedali, anche e soprattutto sul territorio, con la rivoluzione dei team multidisciplinari di professionisti, senza moltiplicazione e sovrapposizione di ruoli e senza subordinazione verticale, ma in una sinergia orizzontale di competenze. Una rivoluzione che deve, per sua natura, partire dalla formazione dei professionisti stessi, da una riforma che azzeri, per i medici, l’imbuto tra laurea e specializzazione e che renda, per legge, uno a uno il rapporto tra le lauree in medicina e i posti nelle Scuole di specializzazione e al Corso specifico per la medicina generale. Non possiamo infatti slegare l’aumento dei posti letto negli ospedali, previsto dal Decreto Rilancio, dalla formazione di nuovi specialisti, così come non possiamo slegare il potenziamento del territorio dalla formazione di nuovi medici di medicina generale.  I medici, i professionisti italiani sono la spina dorsale del nostro Paese; rendono fruibili i diritti; consentono alla nostra democrazia di essere compiuta. A questi professionisti, a quelli della salute, ai medici, a Roberto Stella e a tutti quelli come che come lui hanno sacrificato la propria vita va la nostra eterna gratitudine”.

 

QUI il videomessaggio del Ministro. Di seguito, il testo integrale.   

18 giugno 2020

Carissimo Presidente, caro Filippo, grazie per questo invito: è importante per me, anche bello, poter partecipare a questo che è il vostro primo Consiglio nazionale, nella fase, diciamo, meno drammatica della vicenda Covid. Io continuo a mantenere una grande prudenza, perché i mesi che abbiamo passato sono stati davvero difficilissimi e dire che ne siamo già completamente fuori sarebbe in qualche modo errato, darebbe un messaggio non consono anche alla gravità dei mesi che abbiamo insieme vissuto. Senza alcuna retorica, voglio ringraziarvi uno per uno per il lavoro straordinario che avete fatto in questi mesi difficilissimi per l'intero paese, per la nostra comunità nazionale; e il mio primo pensiero non può che andare chiaramente a chi ha perso la vita, a quelle donne e uomini che hanno pagato il tributo più alto e ce ne sono stati troppi in generale nel nostro paese, ma tanti - ahimè - anche dentro il vostro Ordine.

Credo che oggi dobbiamo essere all'altezza della lezione che questi mesi ci hanno consegnato: una lezione dura, forte, rispetto a cui è evidente però che il nostro paese ha saputo dare una risposta. Ecco, voglio dirlo col massimo dell'umiltà ma credo che le nostre istituzioni repubblicane, a tutti i livelli, in una sintonia anche di lavoro tra istituzioni, professioni, associazioni, abbia risposto a questa sfida tremenda.

Noi siamo stati il primo paese ad essere colpito in Occidente, il primo in assoluto dopo la Cina. Non

avevamo un modello, abbiamo dovuto costruirlo giorno dopo giorno.

Alla fine, credo che possiamo dire che le istituzioni repubblicane abbiano retto e se questo è avvenuto è anche grazie a voi, grazie al lavoro straordinario dei medici del nostro paese. Quindi, veramente senza retorica credo che tutta l'Italia debba riconoscere alla vostra professione di aver fatto davvero tutto il possibile e di aver dato un contributo fondamentale per uscire dalla crisi drammatica in cui siamo piombati. Ora abbiamo la responsabilità più grande: in qualche istante, vorrei provare a ragionare di questo e anche chiedervi con spirito collaborativo un contributo utile, importante perché la sfida del futuro, la sfida di queste settimane che stanno arrivando è quella di trasformare una grande crisi, come quella delle settimane vissute finora, in un'opportunità.

Noi dobbiamo imparare la lezione e ripartire, rilanciare. Oggi tutti i cittadini del nostro paese sono consapevoli di quanto conti avere un Servizio sanitario nazionale all'altezza delle aspettative e dei bisogni dei nostri concittadini e quindi dobbiamo capire fino in fondo che la stagione dei tagli si è chiusa, sembra lontana anni luce.

Fatemi dire una cosa, lo dico con particolare forza proprio in un Consiglio nazionale come quello di oggi: ci sono norme che sono state vigenti fino a pochi mesi fa che sembrano drammaticamente superate, se lette con la lente di questi mesi. Penso a quella famosa norma sul personale che è stata una camicia di forza, quella che ha bloccato la spesa sul personale sanitario alla cifra del 2004 meno l’1,4 per cento per circa 15 anni.

Questa norma sembra una norma di secoli fa, se letta con le lenti di queste settimane difficilissime, di questi mesi del Covid. E allora ora qual è l'orizzonte? Più risorse, sicuramente noi dobbiamo insistere nel mettere risorse sul Servizio sanitario nazionale, sulle donne e gli uomini che operano ogni giorno nel Servizio sanitario nazionale. Dovremo farlo con insistenza, negli ultimi cinque mesi abbiamo messo più soldi che negli ultimi cinque anni. Già col fondo sanitario nazionale, con la legge di bilancio avevamo fatto uno sforzo in più: 2 miliardi sul fondo, 2 miliardi sull'edilizia, l'abolizione del super ticket. Poi abbiamo messo un miliardo e mezzo di euro con il decreto marzo,

tantissime assunzioni che si sono finalmente sbloccate: siamo a circa 27.000 persone assunte nel servizio sanitario nazionale in pochi mesi. E poi 3 miliardi e 250 milioni del decreto rilancio. Dovremo insistere su questo territorio, dovremo insistere su questa spinta di avere più risorse, e insieme alle risorse dovremo giocare la partita delle riforme, perché non basta avere più soldi, dobbiamo anche spenderli meglio e dobbiamo leggere l'evoluzione del Servizio sanitario nazionale. E io credo che la prima grande traccia di lavoro sia quella di un nuovo investimento sulla sanità del territorio, io credo che su questo avremo bisogno di sederci, di discutere di ragionare insieme, come già stiamo iniziando a fare, perché il territorio è una chiave vera e per territorio io intendo prossimità, la necessità di dare risposte ai cittadini il più possibile vicino alle loro esigenze. Come ricorderete, su questi temi abbiamo già iniziato ad investire in Legge di bilancio ma dobbiamo insistere: il ruolo e la funzione del medico è una funzione che per me è essenziale, non solo per quello che si fa ogni giorno ma anche nella pianificazione, nella progettazione, nella capacità di disegnare la sanità del futuro. Ecco, io non voglio farla lunga ma penso che il mio messaggio di fondo sia questo: oggi l’Italia, non senza difficoltà, e con tutta la cautela del caso, sta provando a costruire una stagione di ripartenza, dopo le settimane complicatissime che abbiamo vissuto, tra le più drammatiche della nostra esistenza, oggettivamente. E ora guardiamo con fiducia al futuro e dobbiamo farlo nella consapevolezza che oggi tutti i cittadini hanno che il Servizio sanitario nazionale è davvero la cosa più importante che abbiamo. Dobbiamo mettere più risorse sul Servizio sanitario nazionale, come abbiamo iniziato a fare, ma dobbiamo anche avere il coraggio di ripensarlo, di adeguarlo a questo tempo nuovo e io penso che dovremmo farlo insieme, perché non basta un Governo nazionale, non basta un Ministro, non basta un Presidente di Regione, non basta, diciamo, un piccolo segmento. C'è bisogno che tutto il paese si stringa a coorte, capisca che la sanità è la partita fondamentale e decida insieme di mettere nuove risorse e di investire in una riforma profonda, che credo dovremmo scrivere insieme. Questo il terreno su cui lavorare, questo significa chiaramente discutere di formazione, discutere di borse di specializzazione, discutere di modello sanitario, del rapporto ospedale – territorio, discutere di come valorizzare le professionalità del servizio sanitario nazionale, significa investire sulla capacità di tenere insieme le diverse professioni, la capacità di intervenire con un multi - livello sulle problematicità che ci sono sul tavolo. Io penso che lo possiamo fare. Ecco, questa è la sfida delle prossime settimane e sono convinto che, insieme, con quella capacità di dialogo, di relazione, che abbiamo saputo costruire in questi mesi sapremo essere all'altezza di questa grande sfida che riguarda tutto il nostro paese. Grazie e buon lavoro.