Il 25 novembre, non può essere solo una data riportata sul calendario. La riflessione deve essere costante, ogni giorno dell’anno dobbiamo parlare e sensibilizzare sul tema della violenza perpetrata ai danni delle donne.
L’Odine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Lucca dice no alla violenza di genere.
“La cronaca ci riporta ogni giorno episodi di efferata violenza sulle donne - sottolinea il presidente dell’Ordine, dottor Umberto Quiriconi - Il 25 novembre, non può essere solo una data riportata sul calendario. La riflessione deve essere costante, ogni giorno dell’anno dobbiamo parlare e sensibilizzare sul tema della violenza perpetrata ai danni delle donne. E questo a partire dai ragazzi delle scuole, sin dalle elementari. Una violenza che vede come protagoniste anche tante colleghe medico. Auspichiamo, su questo aspetto, che il Comitato sulla Sicurezza della Prefettura, visto il prossimo pensionamento della Prefetta, non si fermi nel suo impegno per tutelare i professionisti della sanità tanto presi di mira".
“Secondo i dati Istat – continua Quiriconi – il 31,5% delle donne fra 16 e 70 ha subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Secondo l’Oms ‘la violenza sulle donne è un importante problema di salute pubblica’. Pensiamo alle gravidanze non volute, agli aborti indotti che raddoppiano rispetto alle donne che non subiscono violenza. Ci sono i problemi ginecologici e molte conseguenze a lungo termine sulla salute. Ci sono dolori di varia natura, emicranie, mal di schiena, dolori addominali. E molti studi hanno misurato nelle vittime di violenza di genere una maggiore incidenza di depressione, disturbi d'ansia e stress post traumatico, insonnia, disturbi alimentari e tentativi di suicidio”.
Infine, il Presidente dell’Ordine dei Medici sottolinea come “il 25 novembre rappresenta, comunque, un’occasione per ribadire a gran voce che la violenza di genere si può prevenire, si può riconoscere, si può fermare. Come Ordine dei Medici, non possiamo restare in silenzio. La medicina ci insegna a riconoscere i segni, ma ci ricorda anche che la cura non è solo clinica: c’è bisogno di ascolto, di protezione e di accompagnare le donne che subiscono violenza, leggere il loro dolore e paura e accompagnarle”.
"Non posso non ricordare l'impegno di tanti operatori sanitari, impegnati nei Pronto Soccorso, che si dedicano al progetto Codice Rosa, un percorso riservato a tutte le vittime di violenza, inclusi donne, bambini e persone discriminate, per garantire loro un'assistenza immediata, con l'attivazione di un team multidisciplinare (sanitario, psicologico e delle forze dell'ordine)".